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La gatta Minù e la fortuna di capitare tra le braccia giuste!

Una storia da raccontare? Non posso che parlare di lei, il mio angelo custode, la mia Minù.
Era poco più di uno scricciolino, nata in un maneggio e rimasta senza mamma che aveva circa un mese. Stava perennemente in una scatola insieme ai suoi due fratellini, ma dei tre lei era la più lenta ad apprendere. Mentre gli altri già giocavano, lei era un piccolo bradipo: pochi passi e poi a zampe larghe si spiaccicava al pavimento. L’imprinting penso lo abbia avuto con me, non vedeva nessun altro. Pochi giorni dal nostro primo incontro e poi, infilata in una copertina, è entrata ufficialmente nella mia vita e nella mia casa.
Abbiamo condiviso insieme 18 anni di coccole e carezze, di sguardi reciproci, di un amore viscerale che non potrò mai scordare, non mi mollava un attimo, non mi perdeva mai di vista. Tre anni fa, ormai vecchietta e senza forze, accucciata nel suo cestino, ha deciso che non poteva andarsene senza avermi salutato. E così, dopo tutta la mattinata passata immobile, ha aspettato che io rientrassi a casa. Era mezzogiorno lei si è alzata e, barcollando, mi è venuta incontro.
Con il suo flebile miagolio, mi stava dando il suo ultimo saluto e in quel suono ho sentito tutto l’amore che abbiamo condiviso per tanti anni.
Inutile dire che Minù rimarrà sempre nel mio cuore.

Tata Eliana (LCDS Genova)

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