È fondamentale sapere come togliere una zecca nel modo corretto da cani e gatti e non solo.
Vediamo perché e sfatiamo alcuni falsi “miti” al riguardo.
I consigli giusti
Il web è un ricettacolo di notizie a volte vere, a volte false.
Considerare corrette informazioni palesemente menzognere può danneggiare anziché aiutare la persona che cerca indicazioni in merito a un dato argomento.
Per questo motivo, quando si tratta della salute del proprio animale da compagnia, è bene affidarsi sempre ai consigli di un Veterinario.
Giusto e sbagliato
Le zecche sono insetti?
Assolutamente no! Le zecche non sono insetti (dal latino insectum, formato da “in” e da “sectum”, cioè “diviso in sezioni”), ma aracnidi ematofagi.
Infatti si nutrono di sangue, penetrando nella cute dell’ospite (specie animale a spese della quale vive un parassita).
Di questo trattengono la parte corpuscolata (piastrine, globuli rossi e bianchi) e rigurgitano quella liquida insieme al contenuto delle loro ghiandole salivari all’interno delle quali è possibile trovare agenti patogeni.
Per togliere una zecca posso usare alcool, olio oppure qualche goccia di antiparassitario?
No! Questi artropodi devono essere solo rimossi meccanicamente con appositi ganci.
È fondamentale non usare alcun tipo di liquido (alcool, olio, solventi, ecc.) sul parassita, perché ciò provocherebbe in lui uno stato di “sofferenza” con conseguente incremento del ritmo di suzione del sangue e salivazione (ipersalivazione).
Inoltre aumenterebbe il rischio di trasmissione di malattie tramite il rigurgito, che avviene in un periodo variabile tra le 6 e le 24 ore dopo il primo pasto.
La zecca deve essere afferrata nel punto più vicino alla cute ed estratta ruotandola.
In questo modo si va a disgregare il cemento che la fissa all’epidermide e a “sganciare” l’ipostoma (parte dell’apparato boccale, costituito da strutture simili a piccoli dentelli retrocurvi) che la ancora all’ospite.
La zecca va agganciata nel punto più vicino alla cute dell’ospite e non a livello di quello che potremmo definire l’addome del parassita.
Una compressione in questa sede aumenterebbe infatti il rischio di far rigurgitare la zecca.
La rimozione va eseguita con un movimento simultaneo rotatorio ed estrattorio.
I ganci e le pinzette migliori sono quelle con le estremità ricurve.
L’azione patogena principale sull’animale (e sull’uomo) è causata dal rigurgito delle zecche?
Esatto! Le zecche, infatti, causano non solo un’azione patogena diretta dovuta all’azione traumatica e alla sottrazione di sangue, ma anche una indiretta mediante la trasmissione di patogeni causata dal rigurgito del parassita.
È possibile ritrovare gli ixodidi (ovvero le zecche definite “dure” per la presenza di uno scudo dorsale chitinoso detto “scutum”)” anche in contesti urbani laddove vi sia un minimo di vegetazione come aiuole, aree incolte, parchi e giardinetti frequentati da animali.
Le zecche sono un pericolo anche per l’essere umano, oltre che per gli animali?
Sì. Il rapporto sempre più stretto con gli animali domestici e quindi tra questi aracnidi ematofagi ed esseri umani è coinciso con un aumento dei casi di patologie zoonotiche (ovvero che si trasmettono dall’animale all’essere umano) come la febbre bottonosa del Mediterraneo, la malattia di Lyme e la meningoencefalite da zecche, causate da questi temibili parassiti.
Autore: Dott. Luca Caputo