Il Teatro alla Scala viene costruito sulle ceneri del Teatro Ducale nel 1776 per volontà dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, e inaugurato nel 1778 con Europa riconosciuta di Antonio Salieri. Il nome deriva dal luogo sul quale il teatro viene edificato, su progetto dell’architetto neoclassico Giuseppe Piermarini: il sito della chiesa di Santa Maria alla Scala.
Nel 1812, con l’avvento di Rossini (La pietra del paragone), la Scala diventa il luogo deputato del melodramma italiano, della sua evoluzione lungo un secolo e della sua tradizione esecutiva fino ai nostri giorni. Le coreografie di Salvatore Viganò (1769-1868) e di Carlo Blasis (1795-1878) estendono il primato artistico del Teatro al balletto.
Fra il 1822 e il 1825 con Chiara e Serafina di Gaetano Donizetti (1797-1848) e Il pirata di Vincenzo Bellini (1801-1835) inizia una nuova stagione del melodramma italiano.
Nel 1839, Oberto, Conte di San Bonifacio apre l’era di Giuseppe Verdi (1813-1901), il compositore che più di ogni altro è legato alla storia della Scala; il trionfo di Nabucco (1842), per il forte sentimento patriottico che suscita nella Milano attraversata dai fermenti del nascente Risorgimento italiano, rafforza le radici popolari del melodramma stesso e ne identifica l’immagine con la Scala.
Dal 1951, per iniziativa di Victor De Sabata, la Stagione della Scala si apre il 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, patrono di Milano. Di qui, in parte, il valore simbolico e anche extramusicale della serata.
In parallelo alla stagione dei direttori, fiorisce quella delle grandi voci (Maria Callas, Renata Tebaldi, Leyla Gencer, Giulietta Simionato, Mirella Freni, Shirley Verrett, Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Carlo Bergonzi, Luciano Pavarotti, Placido Domingo, Nicolai Ghiaurov, Piero Cappuccilli), dei grandi registi (Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Pier Luigi Pizzi, Luca Ronconi), dei grandi coreografi e ballerini (Leonide Massine, George Balanchine, Rudolf Nureyev, Carla Fracci, Luciana Savignano).
Nel 1965, Claudio Abbado debutta alla Scala con la Seconda Sinfonia di Mahler. Nel 1968 diviene Direttore Musicale dell’Orchestra e nel 1972 Direttore Musicale del Teatro, del quale assumerà anche la Direzione Artistica nel 1977-79. Tre anni più tardi, fonda anche la Filarmonica della Scala, sul modello dei Wiener. Fino al 1986, anno del suo congedo dalla Scala, esegue fra l’altro Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, L’Italiana in Algeri, Il viaggio a Reims di Rossini, Simon Boccanegra, Macbeth, Aida, Don Carlo, Un ballo in maschera di Verdi, Boris Godunov di Musorgskij, Wozzeck di Berg, Lohengrin di Wagner, Pelléas et Melisande di Debussy. A Berg, Stravinskij e Musorgskij dedica cicli e convegni di studi.
Nel 1986 Riccardo Muti assume la direzione musicale del teatro. Dal 1989 al 1998 riporta in scena le opere più amate di Verdi, Rigoletto, La traviata, Macbeth, La forza del destino, Falstaff e Don Carlo; dirige la trilogia italiana di Mozart-Da Ponte, oltre a Idomeneo e La clemenza di Tito; affronta il Wagner di Parsifal e della Tetralogia, Fidelio di Beethoven, quattro opere di Gluck, Lodoïska di Cherubini, La donna del lago di Rossini, Nina, ossia la pazza per amore di Paisiello.
Nel 1983 Giulio Bertola succede a Romano Gandolfi nella direzione del Coro e nel 1991 arriva Roberto Gabbiani. Nel 2000 è nominato Bruno Casoni.
Nel 1997 la Scala si trasforma in Fondazione di diritto privato, aprendo una decisiva fase di modernizzazione.
Fra il gennaio 2002 e il dicembre 2004 la Scala affronta il più profondo intervento di restauro dell’edificio storico, e di modernizzazione del palcoscenico, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Per due anni il teatro degli Arcimboldi, nel quartiere decentrato della Bicocca, sorto sull’area industriale della Pirelli, diventa il palcoscenico della Scala. Il 7 dicembre 2004 Riccardo Muti inaugura la Scala restaurata con Europa riconosciuta di Salieri, l’opera che aveva battezzato il teatro nel 1778. Nella primavera del 2005 Riccardo Muti lascia dopo diciannove anni la direzione musicale.
Nel maggio dello stesso anno Stéphane Lissner, primo non italiano nella storia della Scala, assume la Sovrintendenza e la Direzione artistica del teatro. Il 7 dicembre 2005, nei 250 anni della nascita di Mozart, la stagione viene inaugurata da Idomeneo, direttore Daniel Harding. La Stagione 2006-2007 vede il ritorno, il 7 dicembre, di Aida, con Riccardo Chailly sul podio, e l’inizio delle celebrazioni toscaniniane, nei 50 anni dalla morte.
Il 7 dicembre 2007 è Tristan und Isolde, diretta da Daniel Barenboim, ad aprire la stagione e a segnare l’inizio di una stretta collaborazione fra il Maestro argentino-israeliano e il Teatro alla Scala. Nel 2008, Don Carlo di Verdi, direttore Daniele Gatti.
Nel corso delle ultime tre stagioni la Scala aumenta costantemente la propria attività: dalle circa 190 alzate di sipario, prima del nuovo palcoscenico, si raggiunge il numero stabile di 284, fra opera, balletto, concerti, attività in sede e fuori sede. Con questa offerta di musica, grazie alla ristrutturazione e alla modernizzazione della macchina scenica, la Scala persegue l’idea di un teatro di qualità che mira a una sintesi fra il teatro cosiddetto di “stagione” e il teatro di “repertorio”.